Preoccupazioni

Quale impatto hanno le preoccupazioni nella nostra vita?

Preoccuparsi è una tendenza che tutte le persone hanno, chi più chi meno, in base alla propria personalità, all’ambiente che ci circonda, allo stato emotivo in cui ci troviamo. Provare un sentimento di preoccupazione può aiutarci ad agire, spronandoci a trovare la soluzione ad un particolare problema. Tuttavia, le preoccupazioni, soprattutto se presenti con una certa frequenza e non temporanee, non hanno un impatto positivo sul nostro organismo e sulla qualità della vita: potenzialmente possono esaurire la nostra energia emotiva, minando la nostra serenità.

Il legame tra le preoccupazioni e l’ansia

L’ansia e la preoccupazione sono entrambe reazioni di difesa del nostro organismo.

Ciò che le differenzia è l’oggetto verso cui sono rivolte: la preoccupazione è solitamente diretta verso qualcosa di specifico e ben identificabile. Quando siamo preoccupati conosciamo esattamente il motivo, la causa originaria: un problema sul lavoro, un litigio in casa, la discussione con il proprio figlio sullo scarso rendimento scolastico, un’incomprensione con la fidanzata o con un amico… Gli scenari possono essere infiniti, ma tutti facilmente riconoscibili e delineati nelle loro caratteristiche. L’ansia, invece, è uno stato emotivo in cui si tende a ingigantire le preoccupazioni e si ha la sensazione di non riuscire a trovare la soluzione al proprio problema.

Per quanto riguarda la durata, le preoccupazioni, solitamente, sono limitate nel tempo e sono circoscritte ad un evento o situazione ben precisa mentre l’ansia può non essere legata ad un singolo avvenimento, ma correlarsi invece ad una sensazione di malessere generalizzato che può non avere una durata limitata nel tempo ed è quindi necessario rivolgersi al medico.

L’eccesso di preoccupazioni, può essere quindi una delle cause che generano ansia.

Come possiamo gestire l’ansia derivante da preoccupazioni continue?

Per provare a superare le preoccupazioni continue, contrastando così l’ansia che ne deriva, occorre sviluppare un diverso approccio ai propri pensieri, mettendoli nero su bianco e provando ad analizzarli con lucidità.

Condividerli con qualcun altro, un amico, un genitore o un operatore sanitario come il farmacista o il medico, può aiutare a dare un peso concreto e più reale all’oggetto della preoccupazione e quindi, in qualche modo, è un primo passo per “razionalizzare l’ansia”.

Altri accorgimenti possono essere l’attività fisica all’aria aperta, la meditazione e lo yoga. Tutte soluzioni che possono permetterci di focalizzare l’attenzione su di noi o sull’ambiente che ci circonda, evitando di “rimuginare” sul problema, apparente o reale, che ci angustia.

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Se hai uno o più di questi sintomi, puoi chiedere aiuto al tuo farmacista o al tuo medico.